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Poperati

Dolce tipico di alcuni paesi del Gargano, il poperato o “puprète” è un nome di probabile derivazione albanese, come ci testimonia l’etnografo e studioso delle tradizioni popolari Giovanni Tancredi.

La forma del poperato è rotonda, del diametro di 20 cm circa. Il dolce è intervallato da “tagli”, detti in dialetto locale “’ntacc”, che fungono da sua unità di misura. La consistenza croccante esterna cede il posto, internamente, ad una pasta morbida e compatta. Dolce estremamente profumato per la presenza, al suo interno, di numerose spezie e aromi, è ottimo da abbinare ad un passito o da gustare in compagnia di una semplice tazza di tè.

Dolce speziato, il poperato condensa ingredienti molto profumati e aromatici: farina, zucchero, miele, alloro, cannella, chiodi di garofano, succo di arancia e buccia di limone, “nzogna” – grasso di maiale –, cioccolata, cacao e mosto cotto. L’impasto si lavora su una spianatoia e si chiude a forma di ciambella dello spessore di 3 o 4 centimetri. Tali ingredienti impreziosiscono lo scuro tarallo e richiamano sapori e gusto orientali. Il risultato è una preziosa miscela di ingredienti ancora oggi preparata in occasione della festa del Carnevale. E’ sempre G. Tancredi che ci racconta di come si preparavano i poperati: “Anticamente si facevano per lo più di notte e durante la lavorazione della pasta le donne cantavano canzoni nuziali e gli uomini bevevano vino e scherzavano per il buon augurio agli sposi.”